Un mondo in cui ci sia maggiore rispetto per l’altro, dove violenza e sopraffazione non esistano. E’ il senso della Carta dei Diritti della Bambina, voluta dalla Commissione Europea e veicolata ad Eboli dall’associazione di donne FIDAPA grazie al Centro Culturale Massajoli ed all’apertura dell’Amministrazione comunale. L’iniziativa è stata presentata questa mattina nell’aula consiliare, davanti ad una nutrita rappresentanza delle scuole cittadine e con l’esibizione del coro junior del Centro Massajoli, diretto da Filomena De Gennaro. «Non è solo una giornata simbolica - ha detto il sindaco, Massimo Cariello -, ma una strada di crescita per la quale ringrazio gi assessori Senatore e Lamonica, il Centro Massaioli, la FIDAPA e le scuole cittadine. Famiglia e scuola sono i modelli ed i luoghi dove si formano i bambini, è indispensabile che ognuno faccia la sua parte e rispetti il ruolo. Da parte nostra promuoveremo una campagna di informazione nelle scuole per diffondere i principi della Carta dei Diritti della Bambina». Cosa sia la Carta lo ha sottolineato la presidente del Centro Massaioli, Maria Rsaria Pagnani: «E’ un momento di riflessione, nel quale coinvolgiamo famiglie, scuole, associazioni e parrocchie». Le ha fatto eco la presidente della FIDAPA di Salerno, Rita Massa Laurenzi: «La Carta non crea discriminazioni di genere, al contrario tutela i più deboli contro arroganza e sopraffazione». Sulla cultura del rispetto si è soffermata anche la delegata della FIDAPA alla Carta, Rita Vitale Simbolo. Nello specifico sono entrate le due amministratrici comunali, Anna Senatore ed Angela Lamonica. «I bambini metabolizzano i modelli che gli adulti danno loro - ha detto l’assessore alle pari opportunità, Anna Senatore -. Spesso replicano anche i modelli negativi, per questo occorre sensibilizzare immediatamente al rispetto per le bambine e per le donne in genere». Sul ruolo della scuola si è soffermata l’assessore all’istruzione, Angela Lamonica: «Gli insegnanti delle nostre scuole svolgono un lavoro straordinario, con attenzione e presenza. Questo aiuta a creare un’indispensabile consapevolezza personale, puntando l’accento non sui privilegi, ma sul senso di giustizia».