Le politiche dell’immigrazione declinate attraverso l’educazione all’accoglienza e con il coinvolgimento dell’intero territorio. La terza edizione delle Giornate dell’Intercultura, appuntamento internazionale per la riflessione sulla cultura “dell’altro”, mette insieme scuole, Comuni e Piano di Zona, aprendo le porte ad una nuova filosofia che coniughi le condizioni per l’accoglienza con la capacità di integrare. Un progetto targato associazione Mediterranea Civitas, sodalizio caratterizzato dall’azione sociale, con la partecipazione di numerosi insegnanti. L’appuntamento è stato presentato questa mattina nell’aula consiliare, sottolinenando la stretta collaborazione che il Comune di Eboli ha garantito alle Giornate, sia direttamente, che attraverso il coinvolgimento degli otto Comuni del Piano di Zona di cui Eboli è capofila. Quest’anno le Giornate dell’Intercultura si arricchiscono di appuntamenti e di un concorso letterario riservato a ragazzi dal background migratorio, intitolato ad Anna D’Aniello, indimenticata artefice delle politiche sociali dirette ed indirette sul territorio. «Per la prima volta si mettono fianco a fianco, in Italia, l’intercultura e la letteratura per ragazzi», ha sottolineato Maria Luisa Albano, anima dell’organizzazione ed esperta di dinamiche dell’integrazione. Alla presentazione, oltre al sindaco di Eboli, Massimo Cariello, hanno partecipato dirigenti scolastici, docenti, associazioni, la delegazione della CRI e della protezione Civile, la consigliera comunale e capogruppo di Eboli, Filomena Rosamilia, l’assessore alle politiche sociali del Comune di Eboli, Carmine Busillo, gli assessori dei Comuni di Serre e Contursi, Passannanti ed Altilio. «La cultura in sé unisce, è già “inter”, non può pensare di escludere», ha detto nel suo intervento Giovanni Giordano, dirigente dell’IIS Perito-Levi, scuola capofila del progetto che coinvolge decine di istituti scolastici del territorio. «Questa è una grande rete che con orgoglio partecipiamo a mettere in campo - ha detto il sindaco di Eboli, Massimo Cariello -. Eboli è una città impegnata nel contrasto ad ogni forma di razzismo, entico o di altro tipo. Questo non significa tollerare le illegalità, l’assistenzialismo a tutti i costi finisce per pregiudicare anche le politiche dell’accoglienza. Organizzare la politica dei flussi è indispensabile, come la lotta all’illegalità. Il resto è compito prima delle famiglie, poi della scuola, affinché le future generazioni sentano sempre meno la differenza dell’altro».