Si predica bene, chiedendo trasparenza e lotta ad ogni forma di irregolarità ed abusivismo. Poi però si razzola male, finendo addirittura con il difendere posizioni di irregolarità, inadempienza ed abusivismo. E’ il caso di una diffida giunta nella mani di uffici ed amministratori comunali, con la quale la società FIMO srl, esclusa dall’affidamento della gestione del bar nel Palasele e ritenuta inadempiente dal Tar nei confronti del Comune di Eboli, difesa dall’avvocato Franco Cardiello, con la quale la società condannata diffida dal proseguire nelle operazioni di sgombero. Una diffida che, secondo il legale della società, il senatore Cardiello, si giustificherebbe con un giudizio pendente davanti al Consiglio di Stato. «La società condannata ed il suo difensore, il senatore Cardiello – spiega il vicesindaco di Eboli, Cosimo Pio Di Benedetto – omettono di dire nella diffida che il Consiglio di Sato ha già rigettato, l’8 marzo scorso, il decreto cautelare, in pratica la sospensiva della sospensiva». Le attività di sgombero forzato erano state avviate all’indomani della sentenza del Tar della Campania, sezione di Salerno, con la quale i giudici avevano dato ragione al Comune di Eboli relativamente al nuovo bando di affidamento, sentenziando la situazione di inadempienza contrattale della società FIMO relativamente al periodo per il quale era risultata aggiudicataria della gestione del bar interno al palazzo dello sport di Eboli.
Eboli, 14 marzo 201