Si è svolta questa mattina nell’aula consiliare di Palazzo di Città, la conferenza stampa di presentazione del programma “Eboli Carnevale del Sele 2017”, tre giorni all’insegna del divertimento per grandi e piccoli.
Sabato 25, domenica 26 e martedì 28 febbraio 2017 Eboli si vestirà a festa e da località Campolongo a Santa Cecilia,
fino al centro cittadino, tra viale Amendola e Piazza della Repubblica, una serie di appuntamenti saranno dedicati al carnevale, la festa più colorata dell’anno.
Animazione, sfilata di carri allegorici, rappresentazione teatrale della storica farsa di Don Annibale, la maschera carnevalesca ebolitana per eccellenza, l’esibizione delle scuole di danza del territorio e tanto, tanto divertimento per i bambini, ma anche per gli adulti.
In collaborazione con Seleventum, con il coordinamento di Vito Leso di Weboli, il portale turistico e culturale della Città di Eboli, e con la partecipazione di Comitati di quartiere, associazioni culturali e sportive ed un gruppo di appassionati e specialisti nella realizzazione di colorati e divertenti carri allegorici, l’amministrazione comunale ebolitana, guidata dal sindaco Massimo Cariello, ha inteso per il secondo anno consecutivo dare vita a questo appuntamento che nulla ha da invidiare ad eventi che si svolgono altrove.
Ben 5 carri allegorici, 10 scuole di danza, 14 tra associazioni e comitati, un oratorio ed una parrocchia: sono questi i numeri dell’edizione 2017 di “Eboli Carnevale del Sele”. Oltre, ovviamente, alla importante e sinergica collaborazione che è arrivata da parte di gruppi di singoli cittadini e realtà imprenditoriali della Città.
«E’ un momento importante per la nostra comunità - ha detto il sindaco, Massimo Cariello - perché si recupera la tradizione e si registra la partecipazione di tante associazioni, comitati di quartiere e singoli cittadini, tutti animati dall’amore per la città.Eboli Carnevale del Sele deve puntare a rappresentare il punto di riferimento di queste manifestazioni nell’intera Piana,nessuno come noi ha la possibilità di diversificare luoghi ed appuntamenti come facciamo con il centro urbano e Santa Cecilia».
